Si allungano le tutele del copyright europeo

Copyright europeLegge Cliff o “Nuove regole sui termini di protezione delle registrazioni musicali”. Comunque la si chiami, la nuova norma continentale estende i termini per la tutela della proprietà intellettuale di interpreti e produttori musicali da 50 a 70 anni. L’iniziativa nascerebbe dalla considerazione che spesso gli artisti “cominciano giovani la loro carriera e capita spesso che la durata attuale della tutela di 50 anni non basti a proteggere le loro performance per tutta la vita”. Con buona pace di chi si batte per una sterzata, un salto di qualità nella gestione dei diritti d’autore in chiave digitale, arriva un enforcement che sa di favore a chi, come Paul McCartney, alle soglie della pensione vede nelle nuove tecnologie un pericolo più che un occasione. A nulla sono valse le proteste di paesi come Belgio, Svezia e Olanda (per citarne alcuni), mentre possiamo essere orgogliosi del nostro paese che, stando a quanto dichiara entusiasta il presidente di FIMI Enzo Mazza, “ha giocato un ruolo fondamentale nella costruzione del consenso necessario a Bruxelles per ottenere questo importante risultato”.

UPDATE 15 settembre 2011 – E ci sono già i primi studi sugli effetti di questa mossa, che costerebbe ai cittadini europei 1 miliardo di euro. Se si allungasse ulteriormente a 95 anni permetterebbe invece all’80% degli artisti continentali un incremento del profitto di, udite udite, 50 sterline.

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