Articoli con tag ACTA

Acta, game over?

Quasi dispiace per tutte le lobbies e tutti gli organismi che per anni ne hanno discusso in gran segreto dietro porte chiuse dalle quali uscivano solo stralci di testo oscurati e fuorvianti. Ma Acta è stato bocciato dal Parlamento Europeo con una maggioranza schiacciante, dopo aver preso mazzate in tutte le commissioni per le quali era transitato e aver scontato la chiusura da parte di paesi come Germania, Svizzera, Polonia, Bulgaria e Paesi Bassi. La speranza è che la presa di posizione dell’Europarlamento si tramuti in uno sforzo volto a riportare la discussione sulla riforma del copyright nei luoghi deputati alla rappresentanza del popolo sovrano.

Chi rifiuta Acta chiede solo l’apertura del dibattito su un nuovo regime di diritto d’autore a tutti gli stakeholders. Nessuno vuole legalizzare la pirateria in quanto tale, ma solo mettere a punto un sistema di tutela delle opere e dei loro autori che sia in grado di rispondere a tutti (tutti!) i soggetti che interagiscono in un contesto digitale.

Uno scenario da augurarsi anche guardando al Parlamento di casa nostra, così densamente popolato di omini pronti ad assecondare il volere di questa e quella major (e dei signori della Siae) e sempre più in difficoltà nel vedere che finalmente lo strumento contro il quale combattono riesce ad ottenere delle schiaccianti vittorie.

I promotori di Acta ci proveranno ancora, come tanti Giovanni Fava sparsi per il mondo. Ma lo faranno con la consapevolezza di poter essere battuti nelle sedi di più alto livello istituzionale. Ma soprattutto noi saremo consapevoli di poterli andare a prendere lì e lì schiacciarne i peggiori intenti.

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Against ACTA. Again

Incollo qui sotto l’email che mi è arrivata dai ragazzi di Avaaz in merito alla nuova raccolta firme contro il cammino europeo di ACTA:

Cari amici in Europa,

Fra pochi giorni la Commissione europea giocherà la sua ultima carta per rilanciare ACTA, ma se interverremo subito potremo neutralizzare questo attacco mondiale alla libertà di internet.

Siamo vicini alla vittoria: la nostra petizione forte di 2,4 milioni di firmeha scosso i politici in tutta Europa e fermato i censori. Ora però la Commissione europea è sulla difensiva e si è rivolta alla Corte di giustizia sperando di ricevere un orientamento positivo su ACTA, visto che ha presentato una questione di legalità molto limitata.

Ma se uniremo le nostre voci ora potremo far sì che la Corte prenda in considerazione tutte le conseguenze legali di ACTA e che rilasci una valutazione che dica la verità sull’attacco di ACTA ai nostri diritti. Firma la petizione urgente al Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso per chiedere alla Corte di dire tutta la verità:

http://www.avaaz.org/it/acta_time_to_win_eu//?vl

La Commissione europea ha passato 5 anni a negoziare in segreto ACTA con le multinazionali, ma nelle ultime 5 settimane siamo riusciti a portare il dibattito di ACTA allo scoperto. Ora la Commissione sta facendo il possibile per ottenere il via libera della Corte di giustizia per evitare il naufragio di ACTA . La Commissione, esperta in sotterfugi burocratici, potrebbe presentare alla Corte soltanto una questione molto limitata, prevenendo così il giudizio di legalità sulle conseguenze di ACTA sulla nostra libertà di espressione, privacy e democrazia.

Abbiamo costretto i governi di Polonia, Germania, Bulgaria e altri paesi a sospendere la ratifica. E ora se vinceremo questa battaglia alla Commissione europea potremo fermare ACTA una volta per tutte . Se l’Ue non ratificherà ACTA, questo non potrà mai diventare un trattato globale e i negoziatori dovranno rimettersi al tavolo per produrre un accordo che contrasti gli abusi ma allo stesso tempo protegga i nostri diritti.

Chiediamo con urgenza alla Commissione e alla Corte di dedicare ad ACTA un’udienza completa ed equa, per garantire che sia raccontata tutta la verità su questo pericolo alle nostre libertà fondamentali. Firma ora e gira questo messaggio a tutti:

http://www.avaaz.org/it/acta_time_to_win_eu//?vl

Milioni di noi hanno partecipato alla battaglia per la libertà di internet e per fermare le leggi bavaglio degli Stati Uniti. Abbiamo vinto, ma ora il pericolo è in agguato con ACTA. Nessuno credeva che saremmo riusciti a fare quello che abbiamo fatto: insieme abbiamo fermato la marcia del trattato verso la ratifica. Portiamo a termine quanto abbiamo cominciato e sconfiggiamo ACTA una volta per tutte!

Con speranza e determinazione,

Alex, Pascal, Laura, Alice, Ricken, Dalia, Diego e tutto il team di Avaaz

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Proteste giuste, ma per i motivi sbagliati?

Mi sembra doveroso segnalare questo pezzo di Valigiablu, nel quale si mette in luce come ACTA sia avversato in queste ore forse per i motivi sbagliati. Non è una difesa del trattato, anzi, è ben sottolineato il danno che esso creerebbe e gli scenari ai quali darebbe modo d’esistere, ma si fa una specie di grande rettifica sul alcuni dei punti nodali (che ho toccato anch’io quindi è doppiamente giusto che io segnali il post).

Da diversi mesi ci stiamo occupando di ACTA, abbiamo intervistato il Portavoce dell’UE per il commercio John Clancy e fatto un punto sulla protesta e seguito il percorso ‘legislativo’ con il primo sì da parte di 22 Stati membri dell’UE. Siccome, come sempre, pensiamo che una protesta debba essere informata, continuiamo il nostro approfondimento proponendo questo articolo che analizza la fragilità e la debolezza della protesta contro questi accordi.

Continua a leggere su ValigiabluSegnalo anche l’analisi di Arturo Di Corinto.

ACTA è solo in apparenza un accordo commerciale: in realtà esso è di natura legislativa. Perciò è Inaccettabile che i parlamentari italiani siano stati esclusi dal processo, mentre 42 dirigenti delle industrie con interessi correlati a brevetti e copyright hanno potuto accedere ai documenti e concorrere alla loro formulazione, mentre si richieda di accettare come fatto compiuto i risultati di un lavoro svolto in segreto.
Non è ammissibile che a decidere del futuro della libertà e ad interferire con le leggi di uno Stato sovrano siano pochi funzionari e rappresentanti di corporation.

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Un bavaglio formato mondiale

Insomma, l’Unione Europea ha deciso di partecipare al più grande movimento internazionale contrario ai diritti dei netizen che si sia mai visto nella storia della Rete. Anni di trattative segrete e adesioni di importanti paesi fatte in silenzio per un testo, l’Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA), il quale renderebbe ogni intermediario responsabile delle violazioni commesse dagli utenti che ne sfruttano i servizi, li costringerebbe a condividerne i dati personali con i titolari di diritti d’autore anche senza un ordine della magistratura, trasformerebbe i provider in sceriffi, renderebbe possibile per i titolari di diritti impedire ad un intermediario di rendere disponibile un servizio che potrebbe essere utilizzato (anche) per violare il copyright.

E poi gli scempi in merito ai prodotti farmaceutici, che esporrebbero i ricercatori di tutto il mondo ad uno stop da parte di chi non rappresenta nessuno se non i propri interessi ma è evidentemente ben rappresentato da chi dovrebbe tutelare il cittadino e l’utente.

L’unica buona notizia è che le mobilitazioni degli oppositori sono partite praticamente subito (qui una petizione di Agorà Digitale), facendo il paio con le dimissioni che ha presentato l’europarlamentare Kader Arif, relatore continentale del testo.

Update 27 gennaio – Anche Avaaz.org lancia la sua petizione.  

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Petizione contro “il Fava”

Se negli USA hanno fermato i senatori “amici” delle più potenti major del pianeta, nella nostra bella Italia saremo sicuramente in grado di fermare un onorevole. Firma la petizione contro il “SOPA de noantri”:

Gentile Onorevole,

deputati e senatori di quasi tutti i gruppi (Fli, Gruppo Misto, IDV, PD, PDL e Radicali) hanno presentato alla Camera molti emendamenti volti ad abrogare dalla legge comunitaria l’emendamento dell’On. Fava, che, in contrasto con le direttive europee vuole obbligare i siti web a controllare preventivamente i contenuti pubblicati dagli utenti, rimuovendoli in base ad una semplice segnalazione di una parte interessata. Se è importante la difesa del diritto d’autore questa non può avvenire a scapito dei diritti degli utenti e degli hosting provider (siti come Wikipedia, Google, Facebook) che saranno costretti ad una rimozione “selvaggia” di contenuti.

Le chiediamo di apporre la sua firma su tali emendamenti o quantomeno su alcuni di essi, per dare forza alla richiesta di abrogazione in modo che sia chiaro che la difesa del web, non come luogo di assenza di regole, ma come risorsa anche per l’informazione è condivisa da tutti gli schieramenti politici.

Internet è e sarà una risorsa fondamentale per la nostra democrazia e deve essere tutelata.

Qui la pagina Facebook della mobilitazione. Qui un “kit stampa” sull’emendamento.

Update 26 gennaio 2012 – Di petizione in petizione, qui si firma quella contro l’Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA), che per restare in tema viene definito “il SOPA mondiale” e che oggi è stato ratificato dall’UE a Tokyo. La lotta è a tutti i livelli.

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Maria Martin-Pratt, dall’IFPI alla legislazione sul copyright

Maria Martin-PrattUna nomina che fa storcere il naso a chiunque speri in una nuova alba del copyright in Europa: la spagnola Maria Martin-Pratt è il nuovo capo del Direttorato Generale dei mercati interni e della divisione dei servizi legati al diritto d’autore, organi che nei prossimi mesi si occuperà di importanti e controverse misure in materia di copyright, da IPRED alle consultazioni su ACTA. Il punto critico deriva dal fatto che la Martin-Pratt è stata a capo delle politiche legali dell’International Federation of the Phonographic Industry (IFPI) organizzazione con base a Londra che rappresenta gli interessi dell’industria discografica a livello mondiale. Caustico il commento di Christian Engström del Piratpartiet: “Benvenuti nell’Unione Europea, dove le lobby del grande business hanno ormai preso il controllo della Commissione. E dove i cittadini sono visti come seccature da ignorare. Credo che l’unica notizia vera è che non si scomodano neanche più a cercare di nascondersi”.

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