Articoli con tag Twitter

Ferrari querela Twitter. E peggiora la sua situazione

Dunque, la conduttrice Rai Paola Ferrari si sente diffamata dagli insulti e dalle “pesanti allusioni fisiche” che alcuni utenti di Twitter le hanno riservato durante i recentissimi Europei di calcio. E annuncia querele. Fin qui tutto legittimo, se non fosse che la querela non è contro gli utenti responsabili dei cinguettii sopra le righe, ma contro l’intera piattaforma. Insomma, Paola Ferrari querela Twitter.

Ecco, un classico caso di professionista che ignora il funzionamento della Rete e quali sono i meccanismi che la governano, soprattutto a livello di regolamentazione del mezzo. Insomma, gli amministratori di Twitter dovrebbero tenere d’occhio ogni singolo contenuto per evitare questo tipo di reati? Ci sono ormai norme e sentenze che esentano da questo tipo di responsabilità gli intermediari della comunicazione online (qui l’avvocato Marco Scialdone).

La Ferrari, non contenta, dice che “in Italia c’è un vuoto legislativo sui social network” e che gli insulti anonimi sarebbero inaccettabili. Anonimi. Su Twitter, dove ognuno è registrato con una account. Al massimo possono essere nascosti dietro un nickname.

Infine, la contromossa della Rete. Come al solito, gli utenti travolgono la reazione stizzita del vip, e #QuerelaConPaola scala in breve le classifiche degli hashtag risolvendosi in un ulteriore danno all’immagine della Ferrari.

Ecco, signora Ferrari, lei ha diritto di tutelarla, questa immagine, ma è proprio in quest’ottica che dovrebbe evitare di dire castronerie su mezzi che, evidentemente, non conosce. In caso contrario, qualcuno la fermi.

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La Costituzione Islandese si scrive su Facebook

IslandaUn’isola di 320mila abitanti deve riscrivere una Costituzione vecchia di 67 anni; i 25 membri dell’assemblea costituente chiedono così aiuto al vasto popolo della Rete, che sarà chiamato ad esprimersi attraverso Facebook, Twitter e Youtube sulla Carta che vorrebbe venisse implementata nel proprio paese. Benvenuti in Islanda, il paese più informatizzato al mondo, dove le istituzioni decidono di aprirsi ad Internet nell’ambito della più basilare e fondamentale questione politico-sociale. Il documento che verrà partorito dalla Rete passerà prima per un referendum e poi per il Parlamento, il quale sembra pronto ad elaborare una bozza definitiva per la fine di luglio.

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USA: gli allarmi corrono su Facebook

AllarmeSfruttare i social network per raggiungere in brevissimo tempo milioni di cittadini con comunicazioni di stato d’allerta legate a terrorismo internazionale. E’quanto emerge da un documento riservato dello U.S. Department of Homeland Security, del quale riferisce l’Associated Press. Con una scala a due livelli (pericolo elevato o imminente) si veicoleranno così gli allarmi su piattaforme come Facebook e Twitter; il sistema dovrebbe entrare a regime alla fine del mese ma solo se, sottolinea il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale , esso non si rivelerà un elemento di potenziale compromissione delle attività di intelligence.

SCONTRO FRA TITANI – Intanto prende vita una nuova puntata dello scontro tra Viacom e Time Warner, dopo che la prima aveva vietato alla major di trasmettere in streaming su iPad i programmi di canali come MTV e Discovery Channel tramite una specifica applicazione riservata agli abbonati della home TV. Time Warner non ci sta e presenta ricorso ad un giudice di New York, argomentando che nei contratti di licenza stipulati con Viacom non ci sarebbero divieti allo sfruttamento della licenza stessa su dispositivi che non siano tradizionali televisioni. E mentre il giudice decide, Time Warner Cable sconta l’entrata in gioco del broadcaster sportivo ESPN, il quale ha messo a punto un pacchetto che permette agli utenti l’accesso ai propri canali tramite il l’account Tv da iPhone, iPad e iPod; il servizio è disponibile in esclusiva per gli abbonati Time Warner.

ARMADIETTI DIGITALI – Infine, un nuovo episodio di copyright che coinvolge i cyberlocker, gli “armadietti digitali del web: i legali del servizio di file hosting Hotfile Corporation hanno presentato ad una corte della Florida un memorandum di 20 pagine per controbattere alla MPAA. L’obiettivo è quello di dimostrare come il servizio panamense si sia sempre attenuto alle disposizioni del Digital Millennium Copyright Act (DMCA) e dunque debba beneficiare delle protezioni del safe harbor, rendendo così la richiesta di 150mila dollari di risarcimento per ogni contenuto scaricato avanzati dalla Motion Picture Association inaccettabile. La messa a disposizione di spazi vuoti a favore degli utenti, è la tesi dei legali di Hotfile, non può significare un concorso di colpa per una eventuale utilizzo dello spazio stesso per la violazione di copyright, tanto più che non è previsto un servizio di indicizzazione interno dei file caricati. Da parte loro, i legali di MPAA sottolineano come venissero offerti sul sito abbonamenti a download illimitati, che dimostrerebbero la volontà di approfittarsi della presenza di file (anche e soprattutto illegali) nei server di Hotfile, con i motori di ricerca a permettere quell’indicizzazione non garantita dalla Corporation con sede a Panama.

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