Articoli con tag Cina

I post in stand by, la mappa dei materiali, le nuove avventure

Lareteingabbia si prende una pausa, ma non lo fa chi cura il blog. In realtà era già da tempo che la sezione dedicata ai post non veniva aggiornata, tanto da rendere quasi tardiva una tale precisazione. Tuttavia, è l’occasione per informare chi legge che questo stand by non ha coinvolto la sezione “Tutto quello che c’è da sapere“; i materiali ospitati sul blog sono stati infatti aggiornati e da questo momento saranno anche localizzati su una mappa; clicca sull’immagine qui sotto per aprirla a tutto schermo e consultare gli ultimi pdf condivisi.

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Inoltre, chi avesse voglia di seguirmi altrove troverà di sicuro interesse gli approfondimenti radiofonici settimanali ai quali collaboro nella trasmissione di Radio Radicale Presi per il Web.

Buon ascolto!

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La Cina oscura la Mongolia Interna

Mongolia Interna Internet OscuratoCirca duemila studenti scesi in piazza per protestare contro l’uccisione di un pastore appartenente ad una minoranza etnica ad opera di un camionista cinese di etnia Han. Una situazione che, creatasi nella Mongolia Interna, è considerata così delicata da spingere le autorità cinesi ad oscurare ogni riferimento ad essa veicolato dai social network del paese. Dunque, il timore che alla lunga si potesse trovare in casa movimenti come quelli quelli che in Medio Oriente hanno rovesciato governi e mobilitato alla protesta masse di cittadini ha fatto propendere Pechino per soluzioni drastiche. Il filtraggio colpisce così le centinaita di milioni di utenti dei servizi di microblogging Sina e Tencent e del “Facebook cinese” Renren, con i profili provenienti dalla regione in questione inaccessibili dalla Cina.

Nel frattempo, da Pechino arrivano conferme circa la creazione di un cybercommando incaricato di difendere il paese da eventuali attacchi digitali esterni. Trenta uomini formano così The Blue Army.

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Il monopolio della censura cinese

Censura cinese su InterneControllo totale. E da oggi in esclusiva. Il governo di Pechino ha infatti istituito un Ufficio di Stato per l’informazione su Internet; l’organismo, sotto la guida del ministro dell’Informazione Wang Cheng, opererà come massima autorità deputata al controllo della Rete, cercando così di armonizzare il lavoro compiuto dai diversi (e spesso in conflitto) pezzi della Grande Muraglia imposta al mondo digitale. L’Ufficio si occuperà anche di gestire le iniziative di propaganda online del regime; in molti hanno già sottolineato come questo sia lo sfondo entro il quale si inseriranno nuove e più severe leggi votate al controllo dell’attività dei netizen mandarini.

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Pechino e gli attacchi DDOS

Ai WeiWeiNon vi è alcuna prova che l’attacco sia arrivato direttamente dal Governo cinese, ma le prove circostanziali sono abbastanza chiare”. Lo afferma un portavoce di Change.org, il sito di petizioni online vittima in queste ore di un attacco Denial of Service che ne ha rese irraggiungibili le pagine. I sospetti gettati sul governo di Pechino derivano dalla petizione promossa in favore dell’artista e attivista cinese Ai WeiWei, arrestato lo scorso 3 aprile; non è la prima volta che Change.org denuncia blocchi da parte di Hu Jintao e soci. In favore di WeiWei, impegnato nella denuncia della corruzione degli apparati governativi del suo paese, si erano già espresse 90mila persone.

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