Il gruppo di lavoro europeo a difesa della privacy Articolo 29 ha aperto un’indagine su Facebook per capire quanto lecita possa essere la nuova funzione di riconoscimento facciale implementata sul social network in blu. In particolare, si contesta al sito di Zuckerberg il fatto che la funzione di default risulti attiva su tutti i profili, cosicché spetta all’utente l’onere di fare in modo che i propri amici non ricevano suggerimenti di tagging sulle foto che lo ritraggono. A parziale discolpa di Facebook, il fatto che i rappresentanti del social network si siano già scusati, per quella che, in ogni caso, è l’ennesima vicenda controversa in materia di privacy che li vede coinvolti.
Facebook ha diritto di riconoscerci?
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