Mi sembra doveroso segnalare questo pezzo di Valigiablu, nel quale si mette in luce come ACTA sia avversato in queste ore forse per i motivi sbagliati. Non è una difesa del trattato, anzi, è ben sottolineato il danno che esso creerebbe e gli scenari ai quali darebbe modo d’esistere, ma si fa una specie di grande rettifica sul alcuni dei punti nodali (che ho toccato anch’io quindi è doppiamente giusto che io segnali il post).
Da diversi mesi ci stiamo occupando di ACTA, abbiamo intervistato il Portavoce dell’UE per il commercio John Clancy e fatto un punto sulla protesta e seguito il percorso ‘legislativo’ con il primo sì da parte di 22 Stati membri dell’UE. Siccome, come sempre, pensiamo che una protesta debba essere informata, continuiamo il nostro approfondimento proponendo questo articolo che analizza la fragilità e la debolezza della protesta contro questi accordi.
Continua a leggere su Valigiablu. Segnalo anche l’analisi di Arturo Di Corinto.
ACTA è solo in apparenza un accordo commerciale: in realtà esso è di natura legislativa. Perciò è Inaccettabile che i parlamentari italiani siano stati esclusi dal processo, mentre 42 dirigenti delle industrie con interessi correlati a brevetti e copyright hanno potuto accedere ai documenti e concorrere alla loro formulazione, mentre si richieda di accettare come fatto compiuto i risultati di un lavoro svolto in segreto.
Non è ammissibile che a decidere del futuro della libertà e ad interferire con le leggi di uno Stato sovrano siano pochi funzionari e rappresentanti di corporation.