Il provvedimento di inibizione DNS e IP oggetto dell’ordine di esecuzione firmato dal pubblico ministero è eccessivo rispetto al fine da tutelare, ovvero l’onorabilità di qualsiasi individuo, nella fattispecie l’On Maurizio Paniz. In particolare il Tribunale ha affermato:
‘Le modalità di esecuzione rendono evidente, nei limiti del fumus richiesto dal sequestro, l’eccessività contenutistica del disposto sequestro preventivo in relazione al fine che doveva essere tutelato (l’onorabilità dell’On Paniz), in riferimento alla frase di natura oggettivamente offensiva’
È bello apprendere dall’avvocato Fulvio Sarzana che il Tribunale della Libertà di Belluno ha a cuore le tutele costituzionalmente garantite alla libertà d’espressione, molto più di chi ha sequestrato il sito Vajont.info e di chi, dopo averne denunciato gli amministratori per una frase ritenuta diffamatoria, aveva esultato per il provvedimento. Ed è bello che per la seconda volta in sede di giudizio vengano accolte le ragioni dei provider.
A dirla tutta, Paniz potrà rassegnarsi facilmente, in realtà. Al provvedimento di dissequestro dell’intero sito si affianca infatti il permanere dell’oscuramento della frase incriminata e la condanna dell’amministratore del sito Tiziano Del Farra a pagare una multa di 900 euro e un risarcimento danni di 10mila all’onorevole.
In pratica la misura che il giudice avrebbe dovuto prendere all’inizio senza scatenare sequestri e dissequestri. Se c’è una frase diffamatoria su un sito, è giusto che la si tolga, e si condanni chi l’ha scritta; ma il resto dei (perfettamente leciti) contenuti va lasciato a disposizione degli utenti.