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Italia: l’Internet Economy vale 56 miliardi

Il Boston Consulting Group, su commissione di Google, ha condotto uno studio su Internet in relazione all’economia italiana. Da esso si evince innanzitutto che l’Internet Economy nel nostro paese nel 2010 ha raggiunto un giro d’affari di 31,6 miliardi di euro (2% del PIL), ai quali vanno sommati i 17 miliardi che proverrebbero dall’indotto e i 7,4 dell’e-procurement, la somma dei beni e servizi acquistati online dalla Pubblica Amministrazione. La proiezione per il futuro, vista la crescita di 10 punti percentuali registrata rispetto al 2009, è l’arrivo al 4,3% del Prodotto Interno Lordo per il 2015. Importante appare la crescita di introiti dell’1,2% per le PMI che usano attivamente la rete per la compravendita, mentre i contenuti digitali sono dominati dal poker online, settore che ha fatturato da solo 3 miliardi di euro nell’ultimo anno. Importante per lo sviluppo dell’Internet Economy italiana è poi il settore mobile, sul quale il nostro paese parte avvantaggiato vista l’alta diffusione di dispositivi tramite i quali affermano di compiere acquisti il 3% degli utenti e il 10% intende farlo in futuro.

ASTA DELLE FREQUENZE – Certo che proprio questo sviluppo, come si sa, rende indispensabile investire nelle infrastrutture delle connessioni in mobilità, le cui reti sarebbero vicine al collasso per saturazione. Investimenti che subiscono rallentamenti di fronte a richieste come quelle delle tv nell’ambito dell’asta delle frequenze che dovrebbe garantire un rientro di 2,4 miliardi di euro da utilizzare per lo sviluppo della broadband mobile. Aeranti-Corallo e Frt, società che si occupano della rappresentanza delle tv locali nella vicenda, fanno sapere che se il governo vuole le frequenze che appartengono ad esse deve sborsare 480 milioni di euro anziché i 240 previsti dalla Legge di Stabilità. E sembrano intenzionate ad andare fino in fondo, compreso un eventuale ricorso al Tar del Lazio che bloccherebbe l’asta e tutte le dinamiche ad essa correlate. Il tutto mentre in Germania l’asta ha già avuto luogo e in Spagna, Francia e Regno Unito si accelera per arrivare a realizzarla.

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