NGN: Google&Co. devono pagare

Per la messa a punto della New Generation Network è necessaria una spesa alla quale devono partecipare anche quei soggetti, le net company, che ricavano grossi introiti dalla rete ma non partecipano alla sua evoluzione infrastrutturale. E’ questa la linea emersa durante l’audizione alla Commissione Lavori Pubblici al Senato, durante la quale Stefano Parisi, ex Amministratore Delegato di Fastweb e attuale presidente di Asstel, ha evidenziato come i tempi d’azione siano stretti perché la rete italiana rischia il collasso. Gli investimenti dovranno così essere ingenti ma non dovranno provenire da soldi pubblici, con lo Stato che sarebbe chiamato soprattutto ad un ruolo normativo entro il quale si pongano i lavori per l’implementazione della rete di nuova generazione. E per la prima volta in sede istituzionale viene citato a proposito Google. Anche per il presidente di Telecom Bernabé le net company vanno responsabilizzate in questo senso, perché non solo ottengono “a livello mondiale, ricavi totali analoghi a quelli conseguiti dagli operatori di rete per l’accesso a Internet (circa 130 miliardi nel 2010), pur non essendo gravati dagli elevati investimenti infrastrutturali di questi ultimi”, ma non lasciano neanche “occupazione e risorse fiscali in capo ai paesi in cui vengono realizzati”. Bernabé confermava comunque gli impegni di Telecom: 8,7 miliardi nel triennio 2011-2013 dopo l’investimento di 3,1 miliardi del 2010. A margine dell’incontro è stato proposto di passare la gestione dell’NGN dal Ministero dello Sviluppo Economico a quello delle Infrastrutture, prima di fare il punto sulla situazione dell’asta per le frequenze a 800 mhz che dovrebbe fruttare 2,4 miliardi di euro da investire per la banda larga, asta che per il momento appare sospesa.

Il tutto mentre Google investe in Youtube: 100 milioni di euro per trasformare il Tubo in un network televisivo. Sembrano tanti, ma sembrano proporzionati al cospetto dei 554 milioni incassati dalla piattaforma nel 2010. In ogni caso, i tempi del restyling del sito sono ancora da valutare.

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