Suggerire come chiave di ricerca un sito tramite il quale gli utenti scambiano file protetti da diritto d’autore non equivale a partecipare al reato. E’ quanto stabilisce la corte d’appello di Parigi ponendo fine al contenzioso legale che vede di fronte dal 2008 Google e gli alti rappresentanti del Syndicat National de l’Edition Phonographique (SNEP), l’associazione che in Francia tutela gli interessi dei vari editori fonografici. La SNEP chiedeva sostanzialmente l’eliminazione dai servizi Suggest e Autocomplete di parole come Megaupload e Megavideo, piattaforme accusate di favorire la violazione massiva e sistematica di copyright. La decisione conferma quella arrivata in primo grado nel settembre scorso; l’associazione vede così smontati i suoi argomenti secondo i quali i servizi di Google si ponevano in violazione dell’articolo 336-2 della legge sul diritto d’autore transalpina, soprattutto perché le piattaforme indicate sono usate anche in maniera perfettamente lecita, con l’ulteriore obbligo di pagare 5mila euro a BigG per le spese processuali. Dalla corte arriva anche una tiratina d’orecchi alla SNEP e a tutti i soggetti che cercano di combattere la pirateria online con questi metodi ritenuti dai giudici assolutamente inefficaci.
Google Suggest assolto in Francia
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