Un altro passo in avanti nel piano di e-government del ministro per la Pubblica Amministrazione e Innovazione Renato Brunetta. E’ da poche ore online Lineamica.gov, il “Portale degli italiani”, il cui obiettivo è quello di rendere più facile e diretto il rapporto tra il cittadino e la PA. Lo spazio online si affianca così al portale unico della Pubblica Amministrazione Vivifacile.gov e al prossimo Reti Amiche. Brunetta ha definito Lineamica “Il Google della PA, con in più la voce”, aggiungendo nel corso della conferenza stampa di presentazione:”Nella PA ci sono più di 40mila siti, con oltre un miliardo di documenti archiviati. È pensabile che nell’arco del prossimo anno questo miliardo diventi 10 miliardi. È una crescita esponenziale. È un portale che raggruppa direttamente e indirettamente tutti i siti della PA con un potente motore di ricerca, capace di navigare dentro questa enorme quantità di informazioni e di essere intelligente nel selezionare le informazioni ricercate”. Dunque, un ampio database, una ricca sezione di FAQ e un motore di ricerca collegato al circuito di Italia.gov che permetterà ad ogni cittadino di “sapere subito quanti punti ha sulla patente, se il figlio va a scuola o quante sono le auto blu”. Arriva al contempo lo strumento MiaPA, che permetterà di ricercare tramite smartphone gli uffici pubblici più vicini nonché di esprimere il grado di soddisfazione per il servizio ricevuto.
lareteingabbia.net
La linea amica di Brunetta
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L’unica conclusione che posso trarre è che l’ambiente di Internet è una risorsa della quale va incentivato lo sviluppo nell’interesse del più ampio benessere sociale, e che vanno al contempo compresi i suoi pericoli così da strutturare un sistema di regolamentazione funzionale proprio a quello sviluppo.
Il tutto stigmatizzando senza appello il controllo censorio e il filtraggio mossi dagli scopi politici o economici di pochi. L’impostazione più consona alla regolamentazione di Internet, date le caratteristiche del mezzo, sembra dunque essere la costante collaborazione tra il legislatore, la magistratura, il governo, le autorità in generale e i produttori di contenuti (chiamati soprattutto a elaborare modelli di business adatti alla Rete) nonché i fornitori di servizi, i provider, gli intermediari e la sempre più vasta comunità degli internauti.
Stiracchiando un paio di concetti al di fuori del loro ambito, potremmo dire che bisogna passare da una “legislazione broadcast” ad una “legislazione netcast”.
Detto in altri termini, la Rete non sta bene in una gabbia, ma solo in un’altra rete.L’intervento a Radio1 – 10 aprile 2013
L’intervento a Radio1 – 28 dicembre 2011
L’intervento a Radio1 – 11 ottobre 2011